8
Luglio 2004
L'Alba
dei Morti Viventi - Recensione
Domenica
scorsa preso dallo sconforto di una calda giornata in cui non avevo
nulla da fare mi sono visto L'Alba dei Morti viventi, remake dell'omonimo
capolavoro di George Romero del 1978 (uscito in Italia con il titolo
"Zombie"). In realtà temevo di ritrovarmi davanti all'ennesimo film
che punta su di un predecessore di successo per guadagnare il suo
bel incasso al botteghino senza concedere alcun valore aggiunto.
In realtà sono rimasto piacevolmente sorpreso dal lavoro fatto dal
regista Zack Snyder che si è dato da fare per ricreare le atmosfere
originali mettendoci del suo per rendere il tutto maggiormente al
passo con i tempi. Basti notare che gli zombie lenti e impacciati
di Romero ora diventano scattanti e aggressivi animali da preda
(ricalcando in questo il film 28 Giorni Dopo di Danny Boyle) e le
creature con le quali nella prima pellicola si poteva quasi scherzare
correndoci in mezzo stando attenti a non avvicinarsi troppo, ora
sono famelici esseri dalla forza incredibile che devono essere tenuti
più lontano possibile.
La
storia è sempre la stessa improvvisamente e inspiegabilmente
una misteriosa epidemia decima la popolazione mondiale e chi viene
colpito ritorna in una sorta di non-vita per cibarsi di carne viva.
Uno sparuto gruppeto di superstiti si rifugia in un centro commerciale
per sfuggire alla ferocia degli zombi e resta isolato senza sapere
se e quando l'orrore finirà.
Non
male la caratterizzazione dei personaggi forse un po' stereotipati,
ma credo che si punti proprio su questo. Solo accennato purtroppo
il messaggio di critica al consumismo che permeava la pellicola
di Romero (nel film del '78 uno dei personaggi chiedeva perchè
tutti quegli zombi si ritrovassero al centro commerciale e si sentiva
rispondere "lo hanno fatto per tutta la vita, continuano a
farlo anche da morti"; alla stessa domanda oggi invece sentiamo
rispondere "forse vengono a cercare noi" e non è
esattamente la stessa cosa). Riuscita invece la realizzazione di
scene di macabra comicità (divertente quella del tiro a segno)
che mettono in contrasto i momenti di relax e divertimento dei superstiti
con l'orrore che li circonda. Infine ovviamente non mancano arti
mozzati, sangue, cervella spappolate e tutto ciò che renda
il film macabro e ripugnante, ma anche accattivante per i cultori
del genere (solo la scena del parto risulta decisamente forzata
al punto da risultare ridicola).
In
definitiva si può dare un buon giudizio di questa pellicola,
che riesce nel suo intento di rispolverare le atmosfere dell'originale
coinvolgendo lo spettattore in un incubo punteggiato di ironia,
soprattutto confrontandola con il panorama horror degli ultimi anni
decisamente povero e di scarsa qualità (certo è che
appoggiarsi su di un classico è più facile anche se
rischioso che creare qualcosa di nuovo).
----
Autore: Pisq - commenta
l'articolo
|