1 Novembre 2004

The Village - Recensione

Non entrare mai nel bosco, è lì che loro aspettano.
Nascondi l'infausto colore, le attrae.
Presta ascolto alla campana, significa che stanno arrivando.
Regole molto semplici apparentemente, ma è semplice scegliere l'isolamento? Si può abbracciare una vita pacifica e tranquilla al prezzo di vivere senza alcun contatto con il resto del mondo? E' questo che fanno i protagonisti di The Village l'ultimo film di M. Night Shyamalan. Una scelta fatta per scappare dai mali della città e aiutata dalla presenza di temibili creature che vivono nel bosco che circonda il villaggio. Il patto con le creature è semplice, nessuno entra nel bosco e nessuno verrà attaccato. Il film, come gli altri dello stesso autore, è un capolavoro di regia, stilisticamente perfetto, impeccabile nella scelta delle inquadrature e dei tempi. La fotografia è a dir poco magistrale e contribuisce a trasmettere sia le atmosfere pacifiche di vita paesana che quelle claustrofobiche delle scene notturne e del bosco. Buona anche la prova dei protagonisti; bravo Joaquin Phoenix, te lo immagini egocentrico e psicotico nelle vesti dell'imperatore Commodo (Il Gladiatore) e te lo ritrovi, silenzioso, timido, impacciato, tanto nelle espressioni quanto nei gesti. Semplicemente stupenda Bryce Dallas Howard che da vita ad Ivy ragazza cieca, ma perfettamente autosufficiente, riuscendo a farti intuire che non vede anche quando si muove perfettamente a suo agio all'interno del villaggio, per poi "riscoprire" la sua cecità quando si trova attanagliata dall'angoscia all'interno del bosco. Ancora una volta il regista di origine indiana riesce ad infondere allo spettatore un senso di inquietudine e di angoscia senza mostrare nulla, la tensione più forte si prova quando non si vede (la protagonista cieca simboleggia anche un po' questo). E ancora una volta la paura, la storia, il paranormale, sono un mezzo per esprimere altre tematiche e se ne possono trovare diverse in questa storia: il potere della conoscenza contrapposto alla debolezza dell'ignoranza, l'isolamento come difesa dal male, la scoperta alla fine che l'unica difesa contro il male è l'amore. Anche in The Village Shyamalan ci assicura, come di tradizione, un finale a sorpresa che ci spiazza di fronte all'idea che ci siamo costruiti durante il resto della narrazione. Da sottolineare la spiccata sensibilità del regista nella rappresentazione dei sentimenti dei protagonisti che vengono dispiegati in un insieme di gesti (o dalla loro mancanza), silenzi, sguardi, abilmente orchestrati e dosati. Unica pecca forse è che in un film che viene presentato come horror (e horror non è) ci vorrebbero un paio di scene in più che ti facciano fare il classico salto sulla sedia.

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Autore: Pisq
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