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Novembre 2004
L'esorcista:
la genesi - Recensione
Cosa
può fare un vampiro solitario in un piovoso pomeriggio di
novembre? Non so come passano le loro giornate gli altri succhiasangue,
ma per quanto mi riguarda ieri ho pensato bene di mettermi in macchina
(che volete, i confort moderni vanno sfruttati) e andarmi a vedere
L'esorcista: la genesi.
Il
film racconta la storia di padre Merrin sacerdote che, dopo gli
orrori nazisti della guerra, perde la fede e si ritrova in Africa
a seguire la sua antica passione, l'archeologia. Le sue ricerche
lo portano così a partecipare al ritrovamento di un'antica
chiesa bizantina costruita sopra ad un misterioso tempio pagano
e subito inspiegabilmente seppellita. Mentre gli scavi procedono
cominciano a verificarsi strani fatti, alcuni terribili incidenti
colpiscono quelli che partecipano ai lavori e un bambino indigeno
viene colto da un male inspiegabile. La tribù locale comincia
a temere il riacutizzarsi di un'antica maledizione e la tensione
cresce quando vengono chiamati i soldati inglesi per mantenere l'ordine.
Padre Merrin dovrà affrontare di nuovo il male celato negli
uomini, ma per dare una spiegazione a tutto quello che sta succedendo
e per difendersi dal potere del maligno dovrà riabbracciare
la fede perduta.
Il
film del famoso regista finlandese Renny
Harlen (Die hard 2, Cliffhanger, Nightmare 4, Blu Profondo)
risulta piuttosto interessante in alcuni suoi aspetti. Molto affascinante
l'ambientazione dell'antica chiesa e buona l'idea della crisi religiosa
del protagonista (anche se risolta un po' frettolosamente). Ricco
l'uso di figure e simboli tipici dell'iconografia satanista come
corvi, mosche, iene, croci rovesciate, scritte in aramaico. Non
mancano nemmeno una buona quantità di sangue e scene "da
urlo" coadiuvate da alcuni effettacci splatter. Sicuramente
meglio la prima parte del film quando l'orrore resta celato e la
tensione viene alimentata dalla certezza che qualcosa di misterioso
si nasconde da qualche parte (vicino) nel buio, la paura poi scema
inevitabilmente nel finale quando "il mostro" appare sullo
schermo fugando così tutte le nostre paure interiori di fronte
alle quali non c'è effetto speciale che tenga (tra l'altro
in questo caso nemmeno un granchè).
La
pellicola nel complesso risulta piacevole e tiene sempre accesa
l'attenzione dello spettatore. Quando però si assiste ad
un prequel (o ad un sequel) nasce spontaneo il confronto con l'originale
e da questo punto di vista sorgono le pecche. L'esorcista: la genesi
è ben lontano dall'icona horror che fu L'esorcista. Nel suo
capolavoro del 1973 William Friedkin
fu maestro nel creare un senso opprimente di angoscia giocando sulla
psicologia e sul far intravedere senza mai mostrare direttamente
e la storia lasciava spazio alle divagazioni sulle diverse tematiche
e interpretazioni che nascondeva. Questo prequel risulta invece
essere un prodotto decisamente più commerciale, sicuramente
si discosta nettamente da tanto cinema horror quasi demenziale al
quale siamo stati costretti ad assistere negli ultimi anni, ma non
è certo un film che segnerà un'epoca restando attuale
e inquietante per più di 30 anni.
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Autore: Pisq - commenta
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