15 Giugno 2005

Two Sisters - Recensione

Pochi giorni fa mi è capitato di vedere l'ennesimo film horror coreano uscito nelle sale italiane ormai qualche mese fa.
Mi sono messo davanti a questo Two Sisters senza molte pretese convinto di vedere i soliti clichè che ormai infestano tutte le pellicole orientali di genere (in effetti qualcuno ce n'è). La visione però è stata una piacevole sorpresa. La storia parla di due sorelle che tornano alla casa di famiglia dopo un periodo passato in una clinica. Ad aspettarli ci sono il padre e la crudele matrigna da subito mal vista dalle due ragazze. Contemporaneamente strane presenze sembrano apparire nella casa, presenze forse legate ad un oscuro passato. Tutta la vicenda si svolge nella villa in riva al lago e, esclusa qualche minima parentesi, tra i quattro personaggi principali. Subito si nota l'abilità del regista Kim Ji Woon nel creare tensione sfruttando tutti i mezzi a sua disposizione: i lenti passaggi della macchina da presa nei numerosi ambienti della casa sono arricchiti da giochi di luci e ombre attentamente studiati (le riprese nei corridogli ricordano lo Shining di Kubrick); i ritmi volutamente lenti con cui si dipana la vicenda creano un'atmosfera sempre più opprimente e claustrofobica; le musiche dove il pianoforte la fa da padrone sembrano scritte per un film drammatico più che per un horror; i colori, le decorazioni e gli arredamenti degli interni creano un elaborato insieme di elementi orientali e occidentali che non fanno che aumentare il senso di disagio dello spettatore (sapiente l'uso del colore rosso e degli strani motivi foreali delle pareti). Questo regista coreano dimostra dunque ottima tecnica ed estetica cinematografica regalandoci una direzione elegante e coinvolgente e una fotografia di grande impatto; tutti mezzi per creare un sottile clima di inquietudine e angoscia per poi sfociare in 2 o 3 scene di puro terrore (non di più, evitando da un lato la ricerca dell'effetto "urlo" a tutti i costi e dall'altra facendo sì che quelle 2 o 3 scene siano veramente un colpo al cuore).
Buona anche la prova degli interpreti, non è facile reggere una scena con così pochi attori crendo poi rapporti così complessi e mutevoli tra i personaggi.

In definitiva sicuramente questo è un titolo che consiglio anche per l'originalità che lo discosta da tante pellicole horror che sanno sempre di già visto (se si esclude una delle rivelazioni che ricorda molto il finale di un noto successo di cui non faccio il titolo per non rovinarvi la visione). Two Sisters dimostra ancora una volta il buono stato di salute del cinema Coreano e in particolare per quanto riguarda il genere horror e forse può insegnare a tanti sceneggiatori occidentali che non è scritto da nessuna parte che lo spettatore che si siede di fronte allo schermo per vedere un horror debba per forza spegnere il cervello nell'attesa di una scena che lo faccia sussultare. Sì perchè soprattutto questo film è un grande puzzle che ci si trova a comporre lentamente mano a mano che la storia si dipana, per poi dover alla fina riscomporlo nuovamente per reinserire le tessere nel giusto ordine. Se vogliamo trovare un difetto (ammesso che lo sia) è proprio la difficile interpretazione dei fatti, molti dei quali restano alla libera interpretazione dello spettatore che fa fatica a tornare indietro con la memoria a ricercare l'infinità di scene enigmatiche viste per rielaborarle nel modo corretto.

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Autore: Pisq
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